martedì 28 settembre 2010

Gnocco fritto e “tigelle”

"Il" gnocco fritto

Le crescentine o tigelle

Un tradizionale banchetto emiliano - nel mio caso modenese - che preparo ogni tanto il sabato sera, vista l’abbondanza di pietanze non leggerissime - è un eufemismo:-) - accompagnate da buone dosi di lambrusco!
Mi scuso per le foto, sono orribili...già non sono una buona fotografa con la luce del sole, figurarsi al buio!
Quelle che ho messo tra virgolette - le tigelle - in realtà sono le pietre refrattarie tra le quali, con la protezione di una foglia di castagno, si cuocevano le crescentine montanare tra le braci del camino.
Ormai, soprattutto qui in pianura, vengono abitualmente chiamate tigelle.
Come per ogni ricetta tradizionale ogni "rezdora" ha la sua ricetta ma la base è la stessa.

Questo è ciò che scrive sulla crescentina Sandro Bellei, esperto di gastronomia modenese ed autore di numerose pubblicazioni , tratto da questo bellissimo sito:

“Un tempo, accompagnate solo da un gustoso "battuto" di lardo, rosmarino e aglio tritato cosparso di formaggio, erano la quotidiana colazione e merenda. Oggi, quando sono ancora caldi, i dischi di pasta (alti circa 5 cm. e con un diametro di 8-10) sono tagliati a metà nel senso longitudinale, spalmati con la farcia su una delle due parti e consumati al posto del pane, oppure accompagnati ai nostri tradizionali salumi e formaggi. Chiamate anche tigelle, secondo un errore linguistico ormai tanto diffuso da essere accettato persino dagli stessi abitanti del territorio, le crescentine sono l'esempio di una consuetudine alimentare rimasta intatta nel tempo, giustificata dalla scarsità d'ingredienti alimentari a disposizione. Non si può dimenticare, alla stessa stregua, che la popolazione della montagna, in tempi di dura carestia, ha dovuto la sopravvivenza alla presenza dei castagni, dai cui frutti ha ricavato una farina succedanea a quella del frumento. Oggi, ricavate dalla stessa semplice ricetta per fare gnocco e crescenta, le "tigelle" sono rotolate a valle con molte altre abitudini gastronomiche - basterebbe citare i borlenghi - diventando l'ideale accompagnamento per rustici, veloci, saporiti ed economici spuntini.
Piccole e morbide, le crescentine erano cotte accanto al fuoco del camino, in mezzo a pietre refrattarie, le tigelle, il cui etimo deriva dal latino "tegere", che significa appunto "coprire". Con le tigelle avvicinate due a due, si facevano pile piuttosto alte, in modo da portare in tavola contemporaneamente molte crescentine. “



da notare il simbolo celtico centrale *

Sperando di non avervi annoiato con questa spolverata di storia delle crescentine, questo è il mio contributo: due ricette a seconda che le preferiate vuote (con poca mollica, le mie preferite) o più “panose”:

Tigelle - con poca mollica



1 kg farina 00
200 grammi di panna fresca
1 noce di burro morbido
20 grammi di sale
25 grammi di lievito di birra fresco (un cubetto)
Latte tiepido o acqua per impastare, quanto basta

Fate sciogliere il lievito di birra in una piccola quantità di latte, poi impastate insieme tutti gli ingredienti. Formate una palla e lasciate lievitare l’impasto, coperto, fino a che raddoppia il suo volume.
Se volete averle pronte per cena, diciamo verso le 20, dovrete iniziare a impastare alle 17.30  per poi formare le tigelle alle 19.00, in modo che abbiano un'ora per lievitare di nuovo.
Stendetele la pasta ad uno spessore di circa mezzo centimetro.
Con gli appositi stampi (ma va bene anche un taglia biscotti, oppure formate delle palline e schiacciatele con il mattarello mantenendo una forma tonda regolare) tagliate le tigelle e mettetele a lievitare su alcuni vassoi, leggermente distanziate tra loro, e ben coperte perché non prendano aria.



Quando saranno ri-lievitate si possono cuocere nell’apposita tigelliera, io uso quella elettrica:


mi trovo benissimo, la riscaldo a 2,5 e inizio a cuocere quando ha raggiunto la temperatura e si spegne la lucina.
Con quella in ghisa invece, che si mette sul fornello, la cottura deve essere più controllata: bisogna riscaldarla bene sul fuoco, girandola varie volte, poi si inseriscono le tigelle e si fanno cuocere a fuoco moderato, girando la tigelliera un paio di volte finchè non saranno cotte.


Se le preferite di sapore più simile al pane e con più mollica:

Tigelle - con mollica:

1 kg di farina 00
25 grammi di lievito di birra fresco
80 grammi di strutto (o di burro morbido)
20 grammi di sale
acqua tiepida per impastare, quanto basta
Lo stesso procedimento delle precedenti.

L'impasto per il gnocco fritto (qui la parola gnocco-fritto si accompagna assolutamente all'articolo IL!) è molto simile, ma si stende più sottile, e soprattutto si frigge!

Gnocco fritto



1 kg farina 00
5 cucchiaini di sale fino
25 grammi di lievito di birra fresco
50 grammi di burro morbido
50 grammi di strutto
1 cucchiaio di cognac o grappa
Latte tiepido (quanto basta)

Si impastano insieme tutti gli ingredienti, si forma una palla, si lascia lievitare circa 45 minuti.

Stendete l’impasto ad uno spessore di circa 3 millimetri (con la macchinetta va bene alla seconda o terza tacca, dipende se vi piace più morbido o più croccante).
Tagliate i pezzi a forma di rombo e lasciateli riposare ben coperti dall’aria per circa 15 minuti, il tempo che vi occorrerà per portare a temperatura abbondante olio di arachidi per friggere i pezzi di gnocco.
Tradizione vorrebbe che si friggessero nello strutto...io preferisco friggere in olio ;-)

Se ne avanza qualche pezzo, qui ci fanno colazione il mattino dopo, con il caffelatte: io sono tra questi...ne conservo un pezzo apposta!
Se volete provare la versione senza lievito, qui  trovate la ricetta:)

Sia gnocco che tigelle si servono con salumi, formaggi, umidi di vario genere: io avevo preparato un umido di fagioli e salsiccia, una cremina di patate e funghi, un piatto con prosciutto crudo e cotto e mortadella e un piatto con stracchino e gorgonzola.


Il condimento modenese per eccellenza della tigella sarebbe il pesto, o aglione, o “cunza”: un battuto di lardo, aglio e rosmarino con il quale si spalma la tigella, non dimenticando una bella spolverata di parmigiano reggiano, insomma un'altra robina leggera che stavolta ho preferito evitare.
Altra cosa che generalmente si accompagna a gnocco e tigelle è il pinzimonio: cipollotti, sedano, carote, finocchi...quello che la stagione offre.
Dimenticavo una cosa importante: solitamente si farcisce l’ultima tigella con la nutella: anche nelle osterie portano in tavola un piattino con mini confezioni di nutella e di marmellate.

* soprattutto negli stampi più antichi, probabilmente dovuto al forte influsso che nella cultura modenese ha avuto la  presenza dei Galli, qui ne avevamo parlato, se volete approfondire...Non c'entra niente la lega in questo caso! ;-)

venerdì 17 settembre 2010

Uno sfizio per un fine settimana quasi autunnale: focaccia di Recco



Non so per voi, ma per me il fine settimana si preannuncia abbastanza pieno: per domenica ho promesso ad un'amica di preparare alcune cosine per il buffet di battesimo della sua dolcissima bimba, e soprattutto la torta! Incrocio le dita :-)
Invece vi volevo parlare di questa buonissima focaccia, che mi ritrovo a preparare spesso perchè ogni settimana compro la crescenza, che puntualmente non mangio. Appena mi accorgo che sta per scadere, scatta l'operazione "Focaccia con la crescenza"!
Che poi è la "Focaccia di Recco", ma con la ricetta delle sorelle Simili, contenuta nel loro "Pane e roba dolce".

Focaccia con la crescenza


Ingredienti per una teglia da forno da 30x40:
250 grammi di farina
125 grammi di acqua
25 grammi di olio extravergine di oliva
3 grammi di sale

300 grammi di crescenza (stracchino)

Impastate tutti gli ingredienti tranne la crescenza: risulta un impasto morbido e liscio, facilmente stendibile.
Dividetelo in due filoncini e lasciateli riposare coperti per 15 minuti.
Intanto mescolate la crescenza con una forchetta, per ammorbidirla.
Tirate i due filoncini con il mattarello, cercando di dare loro una forma rettangolare e uno spessore molto sottile, quasi trasparente, quasi come la pasta per lo strudel per intenderci.
Stendete una delle sfoglie sulla teglia da forno, ricoperta di carta forno.
Distribuite lo stracchino sulla superficie in maniera il più uniforme possibile ma senza spalmarlo (rischiereste di strappare la pasta), lasciando circa 1 cm di vuoto nel bordo.
Coprite con la seconda sfoglia cercando di chiudere bene i bordi.
Ungete con olio evo la superficie, cercando anche di premere leggermente per non lasciare troppa aria.
Infine formate qualche piccolo strappo con le dita sulla superficie della focaccia.
Va in forno caldissimo, 230 gradi nel mio è il massimo, fino a quando risulta ben dorata.
Vi auguro un buon fine settimana!


mercoledì 15 settembre 2010

Gnocchi di patate ripieni di provola


Avevo voglia di esperimenti dopo aver visto quest'estate una trasmissione su sky in cui una chef preparava gli gnocchi di patate riuscendo a riempirli con un cucchiaino di pesto.
Non ci credevo molto a dire il vero: pensavo che il ripieno potesse uscire in cottura, per questo li ho fatti con quello che avevo in casa in quel momento...aspettando di perfezionarli se l'esperimento avesse funzionato!
E ha funzionato: non si sono rotti, per mantenere la forma non ho dovuto aggiungere troppa farina, avevano un bell'aspetto e soprattutto erano buoni! Mi è rimasta la voglia però di rifarli per condirli con un buon sughetto al pomodoro, il pesto non mi fa impazzire...

Gnocchi di patate ripieni di provola


Ingredienti per 2 persone:

5 patate vecchie di media grandezza
farina quanto basta
sale e pepe
parmigiano reggiano 2 cucchiai

Provola dolce

Per il pesto:
basilico
pinoli
parmigiano reggiano
aglio
olio extra vergine di oliva

Fate bollire le patate con la buccia in abbondante acqua salata e spegnete il fuoco quando saranno cotte.
Togliete la buccia e passatele con lo schiacciapatate, raccogliendo la polpa in una terrina capiente.
Aggiungete tanta farina quanto basta affinchè l'impasto si possa raccogliere a palla (non ho pesato, saranno stati poco meno di 100 grammi).
Aggiungete un poco di sale, il parmigiano e il pepe.
Io non aggiungo uova negli gnocchi di patate, non si sono mai sfaldati e la consistenza che assumono mi piace...Ma nulla vi vieta di preparare gli gnocchi con la vostra ricetta preferita :-)
Formate delle palle e riempitele con un dadino di provola, richiudendo bene lo gnocco.
Portate a bollore abbondante acqua salata e immergetevi gli gnocchi, togliendoli quando vengono a galla.
Conditeli con il pesto e serviteli subito.

mercoledì 8 settembre 2010

La prima festa: Torta Trenino!

la torta, qui il tutorial per il trenino

i macarons

Ecco le foto della sua prima festa!
Non avevo idea di quanto mi sarei sentita a mio agio nel nuovo ruolo di nonna:-)
Benvenuto piccolino, la vita con te ha i colori dell'arcobaleno!

il tavolo dei dolci

e quello degli stuzzichini salati

Per il tavolo dei dolci abbiamo preparato:

cupcakes alla vaniglia con glassa azzurra e stellina bianca
pozzi d'amore con sorpresa
macarons azzurri ripieni di ganache al cioccolato bianco
piccoli assaggi di torta della nonna
piccoli assaggi di torta sbrisolona

Per il tavolo "salato"  invece:

mini-hamburger
pizzette e salatini
piccoli assaggi di focaccia al formaggio
piccoli assaggi di focaccia al prosciutto

Peccato aver dimenticato la focaccia nel bagagliaio della macchina, soprattutto perchè ce ne siamo accorti alla fine della festa!


Vanilla cupcakes

Ingredienti per circa 25 cupcakes (diametro pirottino 8 cm.)

per la base:
(da joyofbaking.com)
190 grammi di burro morbido
215 grammi di zucchero semolato
5 uova piuttosto grandi
1 cucchiaino di estratto puro di vaniglia
scorza di un limone grattugiata
325 grammi di farina
2 cucchiaini e mezzo di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
100 ml di latte
Preriscaldate il forno a 180 gradi e posizionate 25 pirottini da cupcakes su due teglie da forno.
Montate il burro con lo zucchero poi aggiungete le uova intere, una alla volta, montando bene dopo ogni aggiunta. Versate l'estratto di vaniglia e la scorza di limone grattugiata.
In un'altra ciotola mescolate la farina con il lievito e il sale.
Con il mixer a bassa velocità aggiungete al composto di uova alternativamente un pò di farina e un pò di latte, il tutto in tre volte. Il composto alla fine deve risultare bello liscio e cremoso.
Riempite i pirottini fino a metà e metteteli in forno, avendo cura di distanziarli perchè mantengano la forma tonda. Lasciate in forno per circa 18/20 minuti, devono risultare ben dorati in superficie.
Per controllare la cottura magari è meglio la classica prova-stuzzicadenti :-)
Lasciate raffreddare bene prima di farcirli. A questo punto potete anche congelarli e poi glassarli quando ne avrete la necessità.
per la crema/glassa:
(tra varie sperimentazioni questa è quella che mi soddisfa di più)
300 grammi di panna fresca da montare
150 grammi di cioccolato bianco
una vaschetta di Philadelphia da 250 grammi (potete usare anche il mascarpone, io preferisco evitare le cose non pastorizzate in queste occasioni)
60 grammi di zucchero a velo
100 grammi di panna fresca da montare
coloranti alimentari
La sera prima portate a ebollizione i 300 grammi di panna e versatela sul cioccolato bianco sminuzzato, affinchè si sciolga completamente. Lasciate raffreddare e mettete in frigorifero, dovrà starci almeno 12 ore.
Il giorno dopo montate la ganache con un frullino e tenetela da parte.
Frullate il formaggio con lo zucchero a velo, fino ad ottenere una crema liscissima.
Montare infine i 100 grammi di panna.
Unire alla ganache la crema di formaggio, l'eventuale colorante alimentare e alla fine la panna montata, poca alla volta e facendo attenzione a non smontarla.
Farcite i cupcakes con la crema ottenuta, aiutandovi con una tasca da pasticciere.
Conservateli  in frigorifero sino a quando li servirete.








lunedì 6 settembre 2010

Curry di seytan di Azabel


Chi mi conosce sa che non amo molto la carne e che, anzi, sto facendo del mio meglio per eliminarla del tutto dalla mia dieta.

Per questo sono sempre interessata alle proposte alternative, soprattutto a quelle di Azabel, vegana doc,
una ragazza davvero carina, che ho conosciuto personalmente ad un raduno del forum di cucina che frequento.
Il seitan è una valida alternativa alla carne perché altamente proteico: è ricavato dal glutine del grano tenero o da altri cereali. Io lo cucinavo sempre a spezzatino, con patate e carote, praticamente un umido.

Questa ricetta a me piace tantissimo, la consiglio anche a chi mangia senza problemi la carne: il sapore del seitan è abbastanza neutro, e la consistenza è simile ad una fettina di carne tenera.

Non vi resta che provare!

Curry di seytan di Azabel



Ingredienti per 2/3 persone:

1/2 cipolla
1 spicchio di aglio
1 piccolo pezzo di zenzero sbucciato e grattugiato (se non ce l’ho fresco ne metto un cucchiaino in polvere)
300 gr circa di seitan a tagliato a fettine sottili e poi a pezzi
sale
farina
olio di oliva
1 cucchiaio di cocco rapé
1 cucchiaino abbondante di curry medio
(io non amo il cumino, e il curry già pronto ne contiene una certa quantità, quindi opto per un simil-curry fatto in casa composto da un cucchiaino di ognuna di queste spezie: curcuma, paprika dolce, cannella, prezzemolo, poi una spolverata di pepe nero e di noce moscata)
150 gr di brodo vegetale
2 cucchiai di yogurt al naturale, meglio se intero e poco acido
riso thai o basmati per accompagnare

Procedimento:

Tritate finemente cipolla e aglio, grattugiate lo zenzero e riunite il misto di spezie/curry.
Tagliate il seitan e asciugate i pezzi con un po' di carta da cucina. Infarinateli, facendo attenzione a rimuovere la farina in eccesso.
Scaldate due cucchiai di olio in padella e rosolate il seitan per qualche minuto, finché risulta dorato.
Aggiungete il trito di aglio, cipolla e lo zenzero, il curry, il sale e il cocco e cuocete per qualche minuto finché le verdure appassiscono.
Aggiungete il brodo vegetale, mescolate e proseguite la cottura a fuoco basso per qualche minuto, finché la salsa sarà addensata.
Aggiungete due cucchiai di yogurt, lasciate ancora due minuti sul fuoco e servire con riso thai o basmati.

Brutte foto, lo so :-(
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